Pesci in salsa Mistral
Una luce di maggio brilla sulla città: il cielo è vernice blu cobalto e una brezza mite solleva pensieri di marzapane. Per le vie del centro i fiori spiccano dai balconi come occhi di gatti che sorridono. I giorni da un po’ rosicchiano i minuti alle notti. Presto il buio diventerà uno sbadiglio, in faccia all’estate.
Il treno attende Carla per riportarla a casa come ogni giovedì, il giorno della lezione di letteratura all’Università. La tesi è già quasi pronta: “Mistral e la poesia provenzale”, uno studio sul poeta dell’amor cortese e sui trovatori che cantavano le meraviglie dell’amata con lodi e sospiri. Quante inquietudini e speranze nei loro versi! Anche Carla è inquieta, ma per il suo futuro: come prima tappa del tour da neolaureata l’attende una vacanza al mare e poi il giro turistico dei tirocini, stage, delle collaborazioni e dei contratti a perdere. Dei vuoti d’aria.
Cosa so fare, scrive su un foglietto:
So studiare interi tomi di letteratura, storia, filosofia.
Focalizzo i particolari, le date. Li tengo a mente per una settimana. Poi qualcosa scompare, rimangono i concetti. A distanza di un anno, quasi niente (devo mangiare del pesce, aiuta la memoria, dicono. Pesci! il mio segno zodiacale).
So scrivere. Storielle, curricula, articoletti, racconti brevi, relazioni complesse.
Non ho un fidanzato da un po’ (dovrei cominciare a pensarci).
Conclusione: so stare con gli altri. So stare per conto mio. In ogni modo, so stare.
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Su quel treno c’è Stefano, torna a casa da una giornata di lavoro: turno del pranzo.