Arrivo in
aeroporto con un anticipo perfetto, prima che il mio aereo si sollevi da terra
e con sé mi conduca lontano. L’altrove che vado cercando è appena là, oltre quelle
ali di ferro.
Presto volerò,
fuggirò via.
Sono rigorosa
nelle scadenze, so che i documenti vanno consegnati un’ora prima. Per questo
sono qui adesso, perché adesso sono le undici esatte. Me lo dicono gli orologi
della sala d’attesa, quello al mio polso e quello del mio telefono cellulare.
Non riesco a
contemplare l’idea che esista il ritardo, perché il ritardo è un fuori luogo, è
una forma di sovversione dell’ordine costituito: è contro le regole. Eppure,
guardando il monitor delle partenze, scopro che nulla segue i dogmi stabiliti. Devo
adattarmi all’idea di dover aspettare: il mio aereo si solleverà in volo più
tardi, normali controlli dicono.
Ecco, penso io:
un’ora della mia vita nel disordine di un tempo morto.
Morto?
Tolgo dalle
orecchie la musica di Bach a tutto volume. Le architetture perfette dei Concerti
Brandeburghesi sono come cattedrali gotiche, razionali e svettanti.
Una voce di bambina
rosicchia il rumore di sottofondo con dentini aguzzi. Morde la mia pelle, solca
la superficie e penetra nelle fibre. Chiede di sua madre: dov’è?
La guardo: ha
occhi neri di perla. Dicono che è sola e che si è perduta.
Mi costringono a
reagire. Così la prendo per mano e la tengo con me perché non si allontani di
nuovo. Mi affanno a cercare, indagare, scrutare tra i volti della gente. Com’è
una madre che ha smarrito una figlia?
Soffoco tra i colori, il chiasso e la folla che condivide questo mio stesso
territorio.
La bambina
invece è calmissima. “Eccola”, dice indicando una donna a cui subito corre
incontro. Ride di gioia mentre mi saluta agitando la manina che appena prima
stringeva la mia.
Le sorrido
anch’io, e anch’io mi sento una bimba che ha tanta voglia di correre.
Il mio cuore
batte al ritmo di un cavallo senza briglie. Sono tante finestre improvvisamente
spalancate, i miei occhi. Intercettano immagini e sensazioni nuove: un uomo
dolcemente accarezza una donna sul viso. Ecco che la bacia. La bacia! E ora si
uniscono in un abbraccio che li scioglie e li ricompone in un’unica forma.
È questa soglia
imprevedibile la vita?
È la verità di
un bacio, gli occhi lucidi di una bambina?
Cercherò l’uomo
da cui volevo scappare per non affrontare rischi, domani.
Domani.
L’aereo con
un’ora di ritardo prende il volo. Uno dei passeggeri, una giovane donna, è
rimasta a terra.
Chiara Ferrari.
Continua con La Bargnoleria dei Balossi
Chiara Ferrari.
Continua con La Bargnoleria dei Balossi