RistoRacconti..
...Il ristorante alla sinistra della piazza è quello che cerca,
il nome dell’insegna corrisponde a quello scritto su un fogliettino che l’uomo
tiene nella tasca dei pantaloni. Lo controlla un’altra volta prima di entrare.
Con un fazzoletto si asciuga il sudore dalla fronte, si sistema i capelli. È
pronto.
Entra con la sicurezza di trovare qualcuno o qualcosa ad
attenderlo, ma il ristorante è vuoto, e sul viso, il sorriso lucido approntato per
l’occasione, svanisce in una smorfia nervosa. Sceglie un tavolo apparecchiato
per due, nell’angolo in fondo, ben di fronte all’ingresso. Il cameriere è già
pronto a prendere l’ordinazione «Aspetto una persona» risponde lui. La persona
attesa, però, sembra essere in grande ritardo, forse non arriverà. Tanto vale
allora prendere qualcosa velocemente e poi cercare un modo per tornare in
città, ancora prima dell’orario stabilito.
Così richiama il cameriere e ordina. Mangia con foga ed è
così immerso nei suoi pensieri da non accorgersi di lei, che è arrivata
passando dall’entrata secondaria, se non quando ne sente la voce: «La mamma ha
detto di dire che si scusa ma...non viene» e la vede davanti ai suoi occhi: una
bambina, dieci anni circa. Occhi scuri anche lei....